Summer School 2024: torna la Scuola dei Cattivi!

CHIAMATA PER 3 STUDENTI

Chiamata rivolta a 3 studenti in formazione nei seguenti ambiti: giurisprudenza, pedagogia, scienze della formazione e dell’educazione, criminologia, psicologia, arti e digitale per candidarsi al progetto Summer School 2024.

Si offre un’esperienza di ricerca-azione in forma di volontaria.

Si richiedono: forte motivazione, massima flessibilità e rispetto dei codici di condotta del luogo che prevede adesione alle policy del carcere.

Opportunità

Le spese di viaggio, vitto e alloggio per i partecipanti che hanno sede a una distanza consistente dalla struttura, sono a carico dell’organizzazione per tutta la durata della collaborazione.

Periodo di svolgimento: 5-6-7-8-9 agosto/12-13-14-15-16 agosto/19-20-21-22-23

CHIAMATA PER 3 OPERATORI

Chiamata rivolta a 3 operatori formati e operanti nei seguenti ambiti: arti marziali e artiterapie per candidarsi al progetto Summer School 2024.

È richiesta una proposta di attività laboratoriale all’interno di un carcere minorile e destinata a un gruppo di ragazzi detenuti. 
Data la finalità educativa come specifica e prioritaria, si richiede di focalizzare l’attenzione sui destinatari del progetto e di estendere il coinvolgimento a tutta la comunità comunità del carcere: gli agenti di polizia, gli educatori e a tutti gli operatori della struttura.

Tutti i progetti sono soggetti solo alle limitazioni imposte dalla natura del luogo e dalle leggi che regolano gli spazi detentivi.

Si richiedono: massima flessibilità, autonomia nello svolgimento del lavoro e rispetto dei codici di condotta del luogo che prevede adesione alle policy del carcere e condivisione del progetto educativo.

Opportunità

Si prevede contratto in base al numero di ore impegnate nell’attività.

Le spese di viaggio, vitto e alloggio per i partecipanti che hanno sede a una distanza consistente dalla struttura, sono a carico dell’organizzazione per un max di 3 persone.

Periodo di svolgimento: 5-6-7-8-9 agosto/12-13-14-15-16 agosto/19-20-21-22-23

La Summer School comincia!

Anche se non hai mai attraversato gli spazi di un carcere, puoi immaginare cosa significa per un ragazzo detenuto trascorrere il tempo più bello: l’estate, in un luogo senza tempo! 

Senza alcuna intenzione di creare narrazioni distorte, ma entrare in carcere è un viaggio interiore e anche fisico, l’attraversamento di una frontiera: allontanarsi dal noto per imbattersi in un mondo disconnesso, che propone logiche molto diverse, centrate sulla solitudine e l’invisibilità.
Può avere senso una Summer School in carcere? 
In un carcere minorile l’estate può essere: alienazione, abbandono e noia, ma anche tentativo di trasformarla in un giardino parlante, in un’aula a cielo aperto e in una scena viva del mondo.
Qualcosa può accadere per farla profumare di futuro?
Nella Summer School il potere della cura collettiva amplia lo spazio di possibilità, creando un flusso inarrestabile di eventi che toccano il privato dei singoli e la vita collettiva; uno sforzo di guarigione che trasforma il carcere in un luogo di sperimentazione e di convivenza e quindi di reciproca e possibile determinazione.

Allora serve la Summer School per generare attenzione, consapevolezza e dibattito sul sistema della detenzione minorile per ampliare la platea dei soggetti attivi nell’impegno per l’integrazione, la riduzione delle diseguaglianze e la prevenzione dei reati.
La Summer School anche nella seconda edizione sarà costruita come percorso di educazione informale e trasformativo con una lunga durata, che abbraccia i mesi di luglio e agosto. Ha una sua forte valenza anche sociale, perché cerca di congiungere pezzi distanti di comunità: i ragazzi del carcere, l’area educativa e gli operatori esterni con artisti, designer, esperienze di innovazione e d’impresa, università e terzo settore.
Il mare dentro è un controtempo che nasce da un continuo movimento tra possibilità e impossibilità, per rompere la distanza verso un mondo che non si conosce… Dalla fiction Mare Fuori  nasce una traccia che  racconta di un carcere di un’area interna, tra le  montagne che, a volte, appaiono anche più grandi e tolgono la vista mettendo in crisi la speranza di un fuori.

Presenteremo il programma lunedì 24 con i ragazzi dell’IPM, la direttrice Marianna Adanti, Lidia De Leonardis, Direttore CGM Napoli, Rosy Russo, Fondatrice del manifesto Parole O_Stili, Paolo Landri, Dirigente di ricerca CNR, Raffaella Vitelli, Responsabile Summer School

SUMMER SCHOOL: 3 call aperte per artisti, operatori e volontari

Anche se non hai mai attraversato gli spazi di un carcere, puoi immaginare cosa significa per un ragazzo detenuto trascorrere il tempo più bello: l’estate, in un luogo senza tempo! 

Senza alcuna intenzione di creare narrazioni distorte, ma entrare in carcere è un viaggio interiore e anche fisico, l’attraversamento di una frontiera: allontanarsi dal noto per imbattersi in un mondo disconnesso, che propone logiche molto diverse, centrate sulla solitudine e l’invisibilità.
Può avere senso una Summer School in carcere? 
In un carcere minorile l’estate può essere: alienazione, abbandono e noia, ma anche tentativo di trasformarla in un giardino parlante, in un’aula a cielo aperto e in una scena viva del mondo.
Qualcosa può accadere per farla profumare di futuro?
Nella Summer School il potere della cura collettiva amplia lo spazio di possibilità, creando un flusso inarrestabile di eventi che toccano il privato dei singoli e la vita collettiva; uno sforzo di guarigione che trasforma il carcere in un luogo di sperimentazione e di convivenza e quindi di reciproca e possibile determinazione.

Allora serve la Summer School per generare attenzione, consapevolezza e dibattito sul sistema della detenzione minorile per ampliare la platea dei soggetti attivi nell’impegno per l’integrazione, la riduzione delle diseguaglianze e la prevenzione dei reati.
La Summer School anche nella seconda edizione sarà costruita come percorso di educazione informale e trasformativo con una lunga durata, che abbraccia i mesi di luglio e agosto. Ha una sua forte valenza anche sociale, perché cerca di congiungere pezzi distanti di comunità: i ragazzi del carcere, l’area educativa e gli operatori esterni con artisti, designer, esperienze di innovazione e d’impresa, università e terzo settore.
Il mare dentro è un controtempo che nasce da un continuo movimento tra possibilità e impossibilità, per rompere la distanza verso un mondo che non si conosce… Dalla fiction Mare Fuori  nasce una traccia che  racconta di un carcere di un’area interna, tra le  montagne che, a volte, appaiono anche più grandi e tolgono la vista mettendo in crisi la speranza di un fuori.

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